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LA NAZIONE - 6 giugno 2023

Scandicci parla straniero Uno su dieci è immigrato

Aumentano i residenti provenienti da altri Paesi: boom di rumeni. A seguire le nazionalità più rappresentate sono la Cina e l’Albania.

di Fabrizio Morviducci

Rappresentano il 10,78% della popolazione di Scandicci, frequentano le scuole, i luoghi pubblici, hanno un lavoro e una vita integrata in città. Secondo il rapporto dell’ufficio immigrati i cittadini stranieri residenti nel 2022 sono 5.393, 98 in più rispetto allo scorso anno. Il rapporto Immigrati, curato dal responsabile dell’ufficio cittadino, Roberto Menichetti, sarà presentato oggi alle 17 nella Sala Conferenze del Castello dell’Acciaiolo (via Pantin), nell’ambito dell’incontro pubblico dal titolo "Flussi migratori e accoglienza. L’esperienza di Scandicci".
Oltre al report redatto dal responsabile dell’Ufficio Immigrati di Scandicci, e gestito da Arci, durante l’incontro sono in programma interventi vari. Si va dai saluti istituzionali all’introduzione degli organizzatori, dal racconto dell’esperienza del Sai a Scandicci (Fondazione Solidarietà Caritas) a quello delll’accoglienza dei profughi Ucraini (Croce Rossa Italiana), fino ai corsi di lingua italiana che vengono tenuti dall’Associazione Arco.
Nel 2022 a Scandicci hanno ottenuto la cittadinanza italiana 188 persone: 107 adulti e 81 minori. All’ultima rilevazione sono stati censiti 1.335 cittadini dell’Ue e 4.058 non comunitari. Dando un’occhiata alle nazionalità residenti sono 109, le più numerose quelle rumena (1199 residenti), della Repubblica popolare di Cina (757), albanese (624), peruviana (386), del Bangladesh (283), marocchina (261).
Dice l’assessore al Welfare, Andrea Franceschi: "E’ importante evidenziare il livello di integrazione in città delle comunità straniere, a partire dal lavoro fondamentale che viene portato avanti anche nelle nostre scuole; anche il rilascio delle cittadinanze italiane evidenzia un numero di nuovi cittadini italiani a Scandicci ormai costante negli ultimi anni: è il segno di come molte persone, che inizialmente arrivano per motivi di lavoro, nel tempo trovano da noi un contesto dove crescere una propria famiglia, con una partecipazione sempre maggiore alla vita collettiva. Un grazie particolare va anche quest’anno all’ufficio Immigrati gestito da Arci, per il rapporto redatto annualmente ma soprattutto per l’impegno unico e la competenza nell’attività quotidiana".

Con uno sguardo alla popolazione scolastica, nell’anno appena concluso, gli alunni e gli studenti stranieri sono il 13,3%, ovvero 863 su 6471 iscritti totali (57 nazionalità presenti), in diminuzione rispetto all’anno precedente (erano il 15,2%). Negli asili invece la percentuale di iscritti stranieri nati in Italia è dell’86%, nelle primarie del 75%, nelle secondarie di primo grado del 67% e alle superiori del 74%.

Il Foglio - 10 Agosto 2022

La Nazione - 08 Ottobre 2021

Il Coraggio di Ottorino Orlandini

La Nazione - 27 Maggio 2021

Il Progetto: Studenti-restauratori della memoria. E le pietre di inciampo hanno ora il QR

La Repubblica - Firenze 06 Febbraio 2018

Quelle notizie "incredibili" che riscrivono la storia.

Il caso. Dal polacco che raccontò per primo lo sterminio degli ebrei senza essere creduto ai rischi dell'informazione veloce dei nostri tempi. Un incontro a Scandicci. Sandra Bonsanti: scovare la verità è sempre più difficile.

Elisabetta Berti. Quando nel 1943 il corriere del governo in esilio della Repubblica polacca Jan Karski, dopo essersi infiltrato nel ghetto di Varsavia venne inviato ai rappresentati degli alleati con la missione di raccontare il terrore seminato dai tedeschi in Polonia, compreso lo sterminio degli ebrei, non si aspettava di non essere creduto. Incontrò il ministro degli Esteri britamlico, il presidente Usa Roosvelt ed esponenti delle comunita ebraiche, ma i snot interlocutori non compresero, o non vollero comprendere, le dimensioni delta tragedia Che si stava consumando. Al caso Karski è dedicata la tavola rotonda Che si tiene domani alla biblioteca di Scandicci Vero, non vero, quasi vero (ore 17), nella quale Sandra Bonsanti, l'editore Daniel Vogelmann e Raffaele Palumbo, giornalista, si confronteranno per una riflessione su diritto all'informazione e verità, a partire dalla domanda Che aleggia su ogni evento dedicato alla memoria della Shoah: potrebbe accadere di nuovo? “Karski non fu l'unico a parlare di sterminio di massa senza essere ascoltato – racconta Sandra Bonsanti, giornalista, scrittrice ed ex parlamentare celebre il caso del telegramma di Gerhart Riegner, segretario del World Jewish congress, net quale si parlava di Soluzione finale: nessuno gli credette. Esistono due tipi di risposte al perché di questa incredulità: una più compassionevole, secondo cui non si volle credere al male assoluto, l'altra, più concreta, riguarda gli scopi delta guerra, ossia la priorità di sconfiggere militarmente la Germania, rispetto alla quale ogni altra valutazione passava in secondo piano”. L'iniziativa, organizzata dall'associazione Arco, si lega alla mostra di disegni, ospitata fino a sabato nelle sale delta biblioteca di Scandicci, con le tavole tratte  dal fumetto L'uomo che scoprì l’olocausto (Rizzoli) di Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso,  tracciando un parallelismo tra ieri ed oggi, alla ricerca degli antidoti con cui difenderci da nuovi fascismi, e degli strumenti con cui cercare la verità.  “C’è chi pensa in modo semplicistico - prosegue Bonsanti - che niente oggi può accadere senza che il mondo intero se ne accorga, perché le notizie arrivano a tutti in tempo reale. lo sono più pessimista. Scovare la verità è sempre più difficile. Mai come oggi la nostra' informazione è debole, non per colpa di giornalisti incapaci, ma pe l’invadenza della politica, dell'economia, della criminalità. Le minacce all'informazione libera sono forti ovunque, anche in Italia, e la precarietà non aiuta: quale giornalista ha il coraggio di raccontare verità scomode se teme per il posto di lavoro?” Alla mancanza di un'informazione libera si sovrappone il fenomeno delle fake news, delle bufale digitali difficili da estirpare dalle menti dei lettori. “Mi preoccupa l'idea che si possa operate una censura sulle fake news: chi è che decide cosa è vero e cosa  falso? Preferisco la via della conoscenza, ciascuno secondo i propri strumenti: studiare, esercitare la coscienza critica e conoscere la storia, perché è inammissibile sentir dire oggi che Mussolini in fondo non era così male, o accettare passivamente che i fatti di Macerata diventino il simbolo del passaggio da un'era all'altra. Non si può sottovalutare o relativizzare. Quando vado nelle scuole i ragazzi stanno a sentire, vogliono sapere, domandano cosa è stato il fascismo. Ma ci vuole il contatto umano, e in questo la politica sbriciolata di oggi fa un errore fatale: non può bastare un tweet. Per instillare la curiosità di andare oltre, per educate i giovani ad avere dei dubbi, li devi guardare negli occhi.

La Nazione 03 febbraio 2018

Tavola rotonda sulla Shoah

MERCOLEDI' alle 17 in biblioteca, la tavola rotonda "Vero, non vero, quasi vero". Partendo dall'orrore dei campi di sterminio viene fatta una riflessione sul silenzio della Shoah durante la guerra, e sull'attendibilità dell'informazione odierna. L'ingresso è libero.

La Nazione 08 novembre 2015

Da Repubblica Firenze 07 novembre 2015

Firenze capitale

Satira

"Firenze capitale, raccontata dalla satira" sarà in mostra a Palazzo Panciatichi ne "La Provvisoria", a cura dell'Associazione A. R. C. O (Associazione ricerca cultura orientamento). L'esposizione sarà inaugurata dal presidente del Consiglio Eugenio Giani alle 17. La mostra, che attraverso le immagini della satira del tempo racconta alcuni grandi eventi di Firenze e dell'Italia dal 1864 al 1870, è composta di un percorso di 14 capitoli integrati con due album e un video. Rimarrà visitabile in Palazzo Panciatichi fino al 16 novembre (dal lunedì al venerdì, dalle 14 alle 18).

Fonte: Toscana Consiglio Regionale - Comunicato n. 1018 del 9 novembre 2015

Satira, a Palazzo Panciatichi si inaugurata ‘La Provvisoria’

Firenze è capitale, la “tazza di veleno” è servita. S’è inaugurata questo pomeriggio a palazzo Panciatichi ‘La Provvisoria’, mostra su Firenze capitale raccontata dalla satira e terzo degli eventi della giornata in Consiglio dedicata al grande statista Bettino Ricasoli. Eugenio Giani, presidente del Consiglio e anche del Comitato per il 150° di Firenze capitale, ha invitato tutti a gustare la mostra “con ironia ma anche con orgoglio”. Firenze fu scelta capitale quando si pensava ad una scelta destinata a durare decenni, e dunque “non a caso; era una capitale di Stato di grande civiltà, ed aveva osato mandar via il proprio Granduca, che pur illuminato, intelligente, era comunque un austriaco. E noi volevamo la nazione italiana”. Dal presidente dell’assemblea toscana anche lo “stimolo” per affrontare una “sfida mancata” dal dopoguerra ad oggi: “Firenze aveva più bel museo del Risorgimento d’Italia, arricchito anche da tante donazioni di privati”. Fu sciolto perché era nei locali in Santa Maria Novella, dove dal 1920 si trasferì la scuola sottufficiali carabinieri, divenuta nel 1938 scuola sottufficiali d’Italia. Ebbene, ora che la nuova scuola dei marescialli è ormai collocata nella zona nord-ovest di Firenze, la speranza è che “in S. Maria Novella si trovi spazio per mettere ciò che è ancora nei magazzini”. Per far rivivere il più bel Museo del Risorgimento d’Italia. La mostra è promossa dall’Associazione A.R.C.O (Associazione ricerca, cultura e orientamento) e dal Comune di Scandicci, per il quale è intervenuto il presidente del Consiglio comunale, Daniele Lanini. Vera e propria anima de “La Provvisoria” Maria Tedesco (A.R.C.O), che insieme a Giuse Gasparini ha curato con “intelletto d’amore”, come ha ricordato Sandro Rogari, l’iniziativa che si inserisce nelle celebrazioni dei 150 anni di Firenze capitale. Da Tedesco la presentazione delle 14 capitoli nei quali è organizzata la mostra, “per rendere più agevole la lettura specie per scuole e studenti”. Caricature e vignette ripropongono le faccende della nuova capitale, dagli affanni del popolo minuto, strizzato dagli affitti e dalla vita sempre più cara, ai debiti (fino al fallimento) lasciati sulle spalle della città quando la capitale “provvisoria” cede il passo a Roma. Di quei cinque anni, durante i quali Firenze affrontò le modernizzazioni ritenute necessarie al rango di una capitale europea, rimasero cantieri ed enormi debiti, tanto che la più grande e colorata delle tavole in mostra – “Aurora nebbiosa” -, con il lunghissimo corteo che parte alla volta di Roma, è un’ottima sintesi di quel che il popolo pensava della compagine ministeriale e al tempo stesso della sorte che sarebbe toccata alla città (“benemerita e… dissestata”). In verità le tavole che si susseguono al primo piano di palazzo Panciatichi rimandano una satira spesso sfacciata e assolutamente godibile, destinata come era ai periodici illustrati. Ecco così la vicenda della vendita dei tabacchi, la “tangentopoli ottocentesca” come la chiama Tedesco, quando nel 1868 (l’anno anche dell’odiata tassa sul macinato), viene decisa la privatizzazione per dar fiato alle casse dello Stato. S’infiammò lo scandalo sollevato dal Gazzettino Rosa e poi ripreso da altri giornali sulla corruzione di alcuni deputati: “erano circolati ‘zuccherini’ che qualcuno insinuava essere giunti fino al Re”. Ci sono poi le questioni più di “salotto”, come il libro scritto dall’eccentrica francese Maria de Salms, moglie di Urbano Rattazzi, che con l’opera ‘Le Chemin du paradis’, ambientata in Germania, tratteggiava alcuni (brutti) caratteri dei fiorentini e le “meschinerie della società della capitale”, né mancavano ritratti di politici facilmente riconoscibili. Suo marito Urbano fu sfidato a duello, accettò un giurì d’onore e mandò la moglie a Parigi per qualche tempo, per riconciliarsi e salvare il suo governo. Su tutto il contributo di Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Spadolini - Nuova Antologia, di Luca Brogioni, direttore dell’Archivio storico del Comune di Firenze e di Sandro Rogari, presidente della Società Toscana per la storia del Risorgimento. Tutti ringraziati a più riprese da dallo stesso presidente Giani per essere motori e “custodi” di un giacimento impressionante di materiale culturale e anche di satira (e difatti esposto pure nella “Provvisoria”). A Ceccuti, che ha svolto la consulenza storica per la ricerca, si deve anche la ‘premessa’ in apertura della mostra. Una guida perfetta per entrare nel clima di Firenze capitale (1864-1871) attraverso le pagine dei periodici illustrati fiorentini (ma c’è anche un dovuto contributo ai delusi torinesi) e i principali passaggi storici, politici e istituzionali. La mostra rimarrà aperta e visitabile in palazzo Panciatichi fino al 16 novembre (via Cavour, 2, dalle 14 alle 18 dal lunedì al venerdì). (Cam) Fonte: Toscana Consiglio Regionale

Dal numero di "In Scandicci" Ottobre 2015: inserto Scandicci Fiera 2015 (03-11 Ottobre)

Educazione alla legalità: e Scandicci va all'EXPO

Un laboratorio per mostrare al mondo un interessante cammino di maturazione

Un evento eccezionale come quello di Expo non poteva non permeare di significati e di ispirazioni anche la Fiera di Scandicci, nel suo piccolo e a modo suo una vetrina in cui mostrare Scandicci al mondo e il mondo a Scandicci, al pari dell'esposizione universale.
Fra le eccellenze che quest'anno la città può vantare ce n'è anche una che proprio ad Expo ha trovato un momento di notorietà: il progetto di Educazione alla Legalità, un'esperienza portata avanti in alcune classi delle scuole primarie dei tre Istituti comprensivi cittadini, che a Milano e stata presentata ad una platea di studenti universitari nell'ambito del Festival "Il diritto di essere bambini" presso il padiglione Società civile di Cascina Triulza. Alcuni insegnanti, assieme ai rappresentanti dell'Associazione ARCO, da anni una presenza costante nella didattica delle scuole scandiccesi, al presidente del Consiglio Comunale di Scandicci Daniele Lanini e il Presidente della Terza Commissione Consiliare Yuna Kashi Zadeh, hanno raccontato le esperienze vissute nelle classi coinvolte dal progetto, che prende spunto dalla consapevolezza del valore della scuola e della cultura nei processi di formazione del cittadino.
A partire dal libro "Le parole per stare insieme", e utilizzando poesia e gioco come canali privilegiati, si e avviato nei bambini un percorso di crescita, di conoscenza, di maturazione personale, di sviluppo della socialità attraverso un cammino che ha toccato tematiche molto diverse fra loro: dall'interculturalità alla Costituzione, dalle regole della convivenza alla pace, fra linguaggi verbali e non verbali, teatrali e musicali.
Ad Expo si è scelta la formula del laboratorio: inclusiva, trasversale, esaustiva, accompagnata dalla riflessione con gli insegnanti e i genitori, sotto la guida esperta della prof. Giusti e della prof. Bortolone (autrici del testo) ha costituito, come spiegano le insegnanti, «un momento di riflessione su quella pratica quotidiana che contribuisce alla costruzione giorno per giorno, minuto per minuto, di quello che vogliamo diventi stile di vita e humus del vissuto di ciascuno».
«La partecipazione degli alunni di tutte le classi è stata corale - commentano ancora le insegnanti - nella consapevolezza che il lavoro di ognuno, seppure piccolo, sarebbe andato a far parte di un lavoro d’insieme, più grande e più prezioso proprio perché in quel lavoro non ci sarebbero stati tanti piccoli "io", ma un grande “NOI”. La risposta che riceviamo dagli alunni innesca ogni volta una spirale virtuosa di crescita».

Dal numero di "La Nazione - SoloScandicci ": 01 marzo 2014

L'alfabeto per stare insieme

Venerdì (ore 17) all'Auditorium Martini della Biblioteca di Scandicci, verrà presentato "Le parole per stare bene". Si tratta di un alfabeto-gioco dedicato ai più piccoli per insegnare loro le regole di convivenza civile e della legalità. L'evento fa parte delle iniziative promosse dal Comune sul tema della legalità ed è organizzato dall'Associazione ARCO, con il Coordinamento Antimafia di Firenze. Interverranno: Rosaria Bartolone del Coordinamento antimafia di Firenze, l'Assessore Sandro Fallani e Mariangela Giusti, docente all'Università di Milano Bicocca.

Dal numero di "La Nazione - SoloScandicci ": 29 marzo 2014

Fosse Ardeatine, andata e ritorno: La testimonianza di Giulia Spizzichino davanti a una platea fatta soprattutto di giovani nell'auditorium della biblioteca comunale

"MEDITATE che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore". E' il memento di Primo Levi. Un ricordo che Giulia Spizzichino ha voluto portare e perpetuare a Scandicci. La donna ha presentato il suo libro 'La farfalla impazzita' nell'auditorium della biblioteca. Ma non è stata una semplice presentazione, giacché lei è un monumento alla storia. Un monito vivente alla memoria. Giulia Spizzichino, nata e cresciuta a Roma, è riuscita miracolosamente a sfuggire alla grande deportazione del 16 ottobre 1943 grazie al padre Cesare che porta i suoi cari fuori città, in rifugi di fortuna. Il 21 marzo del 1944 Giulia rischia l'arresto quando nell'abitazione di fronte vengono catturati i nonni e numerosi zii e cugini, tutti appartenenti al ramo materno, i Di Consiglio. Sette di loro finiranno tre giorni dopo alle Fosse Ardeatine, altri diciannove non torneranno da Auschwitz.
Non ha mai smesso di raccontare la sua storia, Giulia Spizzichino, la storia della sua famiglia, il terribile abominio delle fosse Ardeatine.
E PROPRIO durante una di queste sue testimonianze, era il 1994, arriva la chiamata del newtork americano Abc: "Mi telefonarono per dire che il responsabile di quell'orribile massacro viveva la sua vecchiaia in pace in Argentina, Non si era potuta ottenere l'estradizione perché il governo italiano aveva fatto la richiesta in modo sbagliato. Non si doveva chiedere "per crimini di guerra"; ma tornare in Argentina e farla per "crimini contro l'umanità". L'Abc mi chiese se volevo andare in Argentina, io sono andata, alla fine grazie alla mia testimonianza è arrivata l'estradizione, il processo, la condanna".
IL MASSACRO delle Fosse Ardeatine costo la vita a 335 persone e fu ordinato dai nazisti come rappresaglia all'attentato di via Rasella condotto dai partigiani nel quale morirono 33 soldati tedeschi. Fu l'epilogo di un'infanzia rubata, quella di Giulia Spizzichino e di tutti gli altri bambini di religione ebraica. Prima le leggi razziali, poi le deportazioni, infine per la comunità ebraica romana anche l'eccidio delle Fosse Ardeatine. Nel suo libro, scritto con il sostegno di Roberto Riccardi, ricostruisce queste vicende. I nazisti le uccidono con un colpo alla nuca sette familiari: tutti i maschi adulti che avevano catturato dopo l'attentato di via Rasella. In pratica tre generazioni scomparse in un giorno solo.
LA VITA l'ha messa a dura prova, ma le è stato possibile ripartire. "Non potevo fermarmi ha detto - dopo l'orrore, dopo le tante prove che la vita mi ha riservato anche alla fine del conflitto. Ho sempre pensato che fosse necessario tirare fuori le unghie e vivere portando con sé il pesante fardello dei ricordi". Oggi racconta la sua storia, lo fa continuamente, lo ha fatto a Scandicci. I giovani all'inizio sembrano distratti, poi si tacciono e ascoltano con attenzione. Perché nel racconto ci sono le ragioni per cui non vada dispersa la memoria, sottolineando che l'indifferenza genera la negazione, soprattutto in un periodo difficile come quello attuale dove si perdono i punti di riferimento.

Fabrizio Morviducci

"Ho sempre pensato che fosse necessario tirare fuori le unghie e vivere portando con sé il pesante fardello dei ricordi" GIULIA SPIZZICHINO AUTRICE DI "LA FARFALLA IMPAZZITA"

E i ragazzi delle medie tornano da Mauthausen

INTANTO gli studenti delle medie di Scandicci tornano oggi dal viaggio della memoria. Una due giorni per f non dimenticare; una visita in prima persona sui luoghi della deportazione nazista con la visita al campo di concentramento di Mauthausen. Ogni anno, con il contributo del circolo Bella Ciao, i ragazzi delle scuole di Scandicci hanno l'opportunità di compiere questo viaggio nella storia, per non dimenticare gli orrori del nazifascismo e della deportazione. Un viaggio che segna in maniera indelebile i ragazzi che durante l'anno hanno poi occasione di approfondire le tematiche della memoria e della shoah grazie al contributo delle associazioni del territorio, l'Aned in particolare. Quello del 2014 è stato un viaggio della memoria particolarmente significativo. Mauthausen, campo di punizione e di annientamento attraverso il lavoro, è stato uno dei campi più terribili nella strategia nazista dello sterminio. I prigionieri dovettero fare fronte a condizioni di detenzione inumane e lavorare come schiavi nelle cave di granito che da vano profitto. Il 16 maggio 1945, in occasione del rimpatrio del primo contingente di deportati, si tenne sul piazzale dell'appello una grande manifestazione antinazista, al termine della quale fu approvato il testo di un appello, noto come il "Giuramento di Mauthausen".

Dal numero di "La Nazione - SoloScandicci ": 15 marzo 2014

La storia a fumetti per spiegarla ai più piccoli

SALVATORI e salvati, perseguitati dal nazismo e Giusti, in una serie di fumetti. E' stata inaugurata mercoledì la mostra di fumetti degli alunni della scuola media Rodari, che si sono liberamente ispirati a due storie vere raccolte lo scorso unno dall'associazione Arco (associazione ricerca, cultura, orientamento), leggibili sul sito www.arcoassociazione.it (nella sezione Pubblicazioni/Microstorie di coraggio). Una di esse fa riferimento alla vicenda di Antonio Gigli e Don Ugo Corsini, salvatori della famiglia Spiegel durante l'occupazione nazista, riconosciuti Giusti tra le Nazioni e citati anche tra i Giusti Toscani nel libro di Alfredo De Girolamo "Gino Bartali e i Giusti toscani" (Edizioni Ets) che è stato distribuito a gennaio proprio con "La Nazione".
L'ALTRA STORIA racconta di Franca Cassuto, salvata da Innocenti e Romoli anche loro riconosciuti Giusti dallo Yad Vashem. L'esposizione, intitolata "Microstorie di coraggio", è stata realizzata dai ragazzi dalle classi II e Ill D della scuola, con il coordinamento del professore Mauro Terenzi.
Allestita all'Auditorium Mario Augusto Martini della Biblioteca di Scandicci, la mostra è visibile fino al 22 marzo.

Orario: lunedì dalle 14.30 alle 19.30, da martedì a sabato dalle 9.30 alle 18.30.

Dal numero di "La Nazione - SoloScandicci ": 15 marzo 2014

Libera Università: Visita guidata al monastero

PARTONO oggi le visite guidate a chiese e monasteri cistercensi e benedettini, organizzate dalla storica dell'arte Annamaria Bernacchioni e dall'archeologa Sara Benzi, neIl'ambito dei corsi della Libera università. Per i circestensi oggi si va all'Abbazia di Badia a Settimo, sabato 22 al Museo di Palazzo Vecchio, martedì 25 a Santa Maria Maddalena dei Pazzi, Cestello, Borgo Pitti e Cenacolo del Perugino. Per i benedettini si comincia, martedì 1° aprile dalla chiesa di San Bartolo, chiesa copta di San Mina e parrocchia di San Bartolomeo in Tuto.

Info: 055.7591551

Dal numero di "La Nazione - SoloScandicci ": 15 marzo 2014

Libera Università: Al via lezioni su Dino Campana

SCANDICCI rende omaggio a Mario Luzi, in occasione del centenario dalla sua nascita, e Dino Campana che cento anni fa pubblicava i Canti Orfici. E nell'ambito dei corsi della Libera Università sono previste lezioni in biblioteca. Il corso su Luzi è tenuto dalla poetessa Caterina Trombetti e si concluderà il 17 marzo. Il percorso su Campana invece è a cura del poeta Lorenzo Bertolani e avrà inizio dal 20 marzo. Completano il percorso due visite a Castelpulci e all'Abbazia di Settimo.

Info e iscrizioni: 055.7591551.

Dal numero di "La Nazione - SoloScandicci ": 15 marzo 2014

Biblioteca: Storia di una donna segnata da Priebke

MARTEDI' 18 (ore 17), la Biblioteca ospiterà la presentazione del libro "La farfalla impazzita. Dalle Fosse Ardeatine al processo Priebke" di Giulia Spizzichino e Roberto Riccardi, alla presenza degli autori. Al termine, il coro Disincanto si esibirà in una serie di canti sotto la direzione di Rodolfo Satti e Alessandro Stanga. "La farfalla impazzita" è Giulia Spizzichino, ebrea romana segnata dalle deportazioni e dalla strage delle Fosse Ardeatine. Mezzo secolo più tardi sarà chiamata per ottenere l'estradizione di Erich Priebke.

Info: 055.759 1860-861.

Dal numero di "In Scandicci" Ottobre 2012

L'Italiano per amico

Sette donne e dieci uomini provenienti da Ciad, Egitto, Etiopia, Kosovo, Nigeria, Perù, Sri Lanka e Venezuela hanno frequentato quest'anno, ospitati dal CRED di Scandicci, il corso di lingua italiana, progettato e tenuto dai soci ARCO nell'ambito del più ampio programma FEI - Lingua e Cittadinanza.
Al loro arrivo i partecipanti erano molto eterogenei per il diverso grado di alfabetizzazione e la forte diversità strutturale delle lingue madri. E' stato quindi necessario creare due gruppi di allievi e condurre esperienze didattiche molto personalizzate, ma non sono mancati momenti comuni per esercitare l'uso della lingua italiana in contesti più ampi e diversi possibili.
L'attività didattica è stata impostata soprattutto su dialoghi, a volte figurati, tra docente e studenti per imparare a formulare brevi frasi e le espressioni più utilizzate nelle situazioni quotidiane, sulla lettura di brevi testi nei quali si individuavano le principali forme grammaticali, sulla scrittura delle proprie generalità e la compilazione di moduli specifici per pratiche burocratiche. Alla fine del corso tutti i frequentanti sapevano presentarsi e raccontare una breve autobiografia, molti leggevano correttamente piccoli racconti e scrivevano le proprie generalità.
Di grande utilità sono state le visite collettive alla Biblioteca comunale, al mercato e al Palazzo comunale di Scandicci e l'escursione alle piazze storiche di Firenze.
Oltre a questo corso base è stato tenuto anche un corso più avanzato, alla fine del quale diciassette allievi hanno superato un esame per il prolungamento del permesso di soggiorno.

Dal numero di "In Scandicci" Giugno 2012

Cuore e responsabilità

Accanto allo sdegno, alla rabbia e alla paura di fronte alla strage di Brindisi, le parole d'ordine sulla bocca delle autorità e di migliaia di giovani sono state: impegno e coraggio. Sono l'eredità lasciata da Falcone e Borsellino e sono riconducibili entrambe a responsabilità. è responsabile chi non tace di fronte all'ingiustizia, chi non sceglie le scorciatoie per raggiungere gli obiettivi della vita, chi sente la fraternità come imperativo sociale, chi usa la solidarietà per mettersi dal punto di vista dell'altro. Sono i comportamenti responsabili quotidiani, pubblici e privati che modificheranno qualitativamente la sequenza del DNA sociale.
Mi piace ricordare l'etimologia della parola coraggio, che don Ciotti sottolineava ai ragazzi di Scandicci il 18 maggio u.s.: cor habeo, ho cuore. Quanto cuore in quei ragazzi all'Aurora: il loro entusiasmo, i loro salti, le loro domande urlavano il bisogno e la speranza di cambiare il mondo. E lo stesso entusiasmo, lo stesso cuore era nei ragazzi del "Russell-Newton", quando nel marzo scorso hanno ospitato i coetanei di Corleone per la presentazione della mostra "I 100 sguardi", promossa dalla nostra Associazione: un'esperienza altamente educativa che ha ridotto le distanze e cancellato gli stereotipi.
Queste sono le modalità più congeniali all'Associazione ARCO per essere sul territorio: contribuire a diffondere la cultura della responsabilità per fare emergere il cuore della nostra comunità.

Maria Tedesco (ARCO)

Dal numero di Aprile 2011 di "In Scandicci"

Gli ideali di ARCO: Fondazione di un gruppo di ex insegnati, l'associazione spazia dall'insegnamento dell'italiano agli stranieri all'organizzazione di eventi culturali.

Opera a Scandicci dal 2007 ed ha tra i fini del suo statuto quello di promuovere azioni educative e culturali, con particolare riferimento ai valori della solidarietà, della cittadinanza e della convivenza civile.
L'associazione ARCO (Associazione Ricerca Culture Orientamento) è animata da un validissimo ideale, ovvero, come spiega la sua presidentessa Franca Gambassi, si basa sul concerto della cittadinanza attiva, cioè sul presupposto che chi vive in un determinato luogo abbia il diritto e il dovere di partecipare alla vita stessa di quell'area. Anche le origini di questo sodalizio - che portano la firma di un piccolo gruppo di docenti in pensione, fra cui la stessa Gambassi - lasciano intuire che chi ne fa parte sente di dover dare qualcosa alla propria città e ai propri concittadini: "Nel corso degli anni io e altre colleghe - racconta la presidentessa - avevamo accumulato un tale patrimonio di esperienza di insegnamento, di rapporti col territorio, con i ragazzi, con i genitori nonché con le istituzioni, che non accettavamo l'idea di doverlo disperdere. Da qui l'idea di fondare ARCO, che ora conta ben sessanta soci, non necessariamente ex docenti".
Quali sono le principali motivazioni che vi spingono ad impegnarvi in modo così assiduo nelle tante iniziative?
"Innanzitutto la volontà di lavorare insieme perché siamo tutte ex docenti abituate a collaborare, poi la voglia di essere cittadini attivi nel proprio territorio e infine, il piacere di fare cultura, in senso lato".
I campi in cui agisce ARCO - che ha sede in via Leoncavallo 2 - sono realmente innumerevoli, ma con la comune matrice della didattica e dell'attenzione ai più piccoli.
Un "cavallo di battaglia" sono i corsi di italiano per stranieri tenuti al CRED, e, giusto per la cronaca, nel 2010 l'Associazione ha avuto corsisti provenienti da paesi diversi, spalmati su quattro continenti. E poi interventi nelle scuole come supporto ai laboratori scolastici, tutoraggio di alcuni corsi e impegno nell'organo di gestione del comitato scientifico della libera università, laboratori interculturali, organizzazioni di mostre e iniziative in occasione del Giorno della Memoria, laboratori teatrali con la compagnia "Piccoli Principi"; ARCO ha inoltre organizzato una mostra di scultura per vedenti e non vedenti presso la scuola nazionale cani guida per ciechi e, in ambito letterario, varie presentazioni di Iibri, tra cui "Sono stato un numero" di Roberto Riccardi e "La notte e il nostro giorno. Diario di un partigiano ebreo dal ghetto di Vilna" di Shmerke Kaczerginski.
Qual è l'iniziativa che ricorda con maggior piacere?
"L'insegnamento dell'italiano agli stranieri - risponde senza esitazione Gambassi - : inizialmente la nostra attenzione era rivolta principalmente alle donne perché ci eravamo rese conto che spesso le mamme dei ragazzi stranieri che frequentavano la scuola tendevano a restare in una condizione di isolamento. Poi ha cominciato a concretizzarsi anche una partecipazione maschile, delle etnie più svariate. ARCO sta preparando un corso sull'uso-abuso di farmaci, in collaborazione con il Sert, Farmanet e farmacie private.
Un sogno nel cassetto?
"Riuscire a fondare qui a Scandicci un osservatorio sui diritti dei bambini in collaborazione con l'UNICEF: far diventare i piccoli protagonisti e ascoltarli in tutte le sfaccettature della loro complessa età.
Ci sono già dei contatti con Franco Farina, responsabile nazionale UNICEF, speriamo di cominciare a lavorarci in maniera fattiva entro l'anno prossimo".
Fra le note meno positive , il numero di coloro che costituiscono il nucleo attivo, trentaquattro persone, considerate poche per far fronte alla mole di lavoro di certi periodi: "Sarebbe meglio dare avvio a un ricambio generazionale - precisa Franca Gambassi -.
Abbiamo già diversi soci giovani, ma indubbiamente ci farebbe piacere che ne arrivassero altri".
Venerdì 15 aprile intanto presso l'Auditorium della biblioteca di Scandicci, l'Associazione ha programmato il film con relativo dibattito "La guerra di Mario" di Antonio Capuano.

Info: 055-75.19.39 - arcocultura@libero.it